Da quale percorso arriva la sua candidatura?
Arriva da un percorso di impegno riconosciuto da chi ha voluto candidarmi, Potere al Popolo. Un percorso partito sul territorio, che sul territorio continua, che mi ha visto impegnato anche oltre i confini nazionale. Sono stato consigliere comunale, assessore e presidente del Consiglio della Comunità Montana “Alto e Medio Sele”, sindaco di Santomenna, militando sempre a Sinistra. Ho, inoltre, partecipato a missioni internazionali in Medio Oriente in Donbass (ex Ucraina), in Chiapas come osservatore internazionale e medico, invitato da organizzazioni per i diritti umani. Ho guidato una spedizione di aiuti umanitari verso Kobane di Legambiente e con la Mezzaluna Curda Rossa, qui abbiamo attivato il primo ambulatorio di cardiologia pubblico.
Per aver portato aiuti umanitari e sanitari alle popolazioni del Kurdistan siriano resistente all’ISIS, lo scorso anno è stato fermato ed espulso dalla Turchia del dittatore Erdogan, mentre l’Ucraina ha annunciato ritorsioni contro di lei, Cremaschi e la Banda Bassotti per aver partecipato alla Carovana Antifascista di aiuti umanitari in Donbass. Sembra proprio che lo reputino pericoloso.
Per certi versi hanno ragione: sono pericoloso come lo è ogni testimone di pace e partigiano dei diritti, per ciascun governo dispotico.
Negli ultimi giorni le immagini provenienti dalla Siria, spiazzano e fanno riflettere. Vista la sua esperienza di attivista internazionalista quale è il suo pensiero rispetto a situazioni come questa?
Le guerre imperversano, le disuguaglianze e la povertà galoppano, e all’avanzamento tecnologico non corrisponde un benessere sociale diffuso. Pertanto non è più rimandabile la centralità nell’agenda politica dei temi della pace, dei diritti e della redistribuzione della ricchezza. E, se vogliamo la pace e riequilibrare il dramma delle migrazioni, il prossimo parlamento deve dare un forte segno di discontinuità rispetto alle politiche neocoloniali e imperialiste.
Qual è lo stato di salute dell’Italia, invece?
La mia è la prima generazione che ha meno diritti di quella di propri padri.La diminuzione della spesa pubblica e le privatizzazioni selvagge ci hanno reso clienti, piuttosto che cittadini utenti con il pieno diritto di esigere i diritti della Costituzione, che insieme ad altri abbiamo difeso con il Referendum, al contrario degli esponenti di Liberi e Uguali. La legge Fornero e il Jobs Act hanno prodotto solo schiavitù nel lavoro e precarietà. L’inciucio “CentroDestra + CentroSinistra” ha prodotto solo crisi e ingiustizia sociale. Potere al Popolo ribalta questa equazione con un nuovo paradigma politico: il basso contro l’alto.
Quindi voi di Potere al Popolo siete quelli del “no”?
Affatto, noi “Dov’era il no, faremo il sì”. Basta con l’austerity. Non si può più rimandare. Secondo l’ultimo rapporto Eusotat l’Italia è il primo Paese europeo per numero assoluto di cittadini in condizioni di deprivazione. I poveri sono triplicati negli ultimi 10 anni, e l’incremento è iniziato il 2012, l’anno dell’austerity del governo tecnico di Mario Monti. Stiamo assistendo a una polarizzazione della ricchezza, anche a causa della finanziarizzazione dell’economia e del predominio delle imprese che producono beni immateriali (che non restituiscono lavoro per le maestranze), come Google, Facebook, che spesso non pagano neanche le tasse nei paesi dove fanno lauti profitti, a volte, come nel caso di Amazon anche a causa di leggi che hanno precarizzato il lavoro. E’ su questo che vogliamo agire.
Come?
Reddito di cittadinanza subito, e non il “REI” che copre solo il 30% dei poveri, con l’impegno di circa lo 0,1 % del PIL, invece che almeno lo 0,5 % come accade in Europa. Poi, più Lavoro sicuro, in termini di sicurezza sul lavoro e di stabilità, iniziando dalla tutela dei beni comuni e dalla garanzia dei servizi pubblici. La Campania, ad esempio, sprofonda: serve più prevenzione incendi, frane e dissesto sanitario. Più trasporti con gratuità per studenti e lavoratori; più Istruzione, con iscrizione, trasporti e residenze universitarie gratis; più Sanità gratuita e di qualità.
Negli ultimi giorni la Campania e chi la governa sono ancora una volta sotto i riflettori. Qual è il suo parere su quanto emerso dall’inchiesta “bloody money”?
Quelle immagini ci consegnano il quadro devastante di una modalità di gestione applicata in tutti i settori, dalla sanità ai rifiuti sino ai trasporti. Ci raccontano la ‘politica’ deluchiana, fondata su di un sistema di potere per il potere, in cui le istituzioni sono trattate ed utilizzate come proprietà di un feudo. Il nostro territorio è già troppe volte assurto ai “disonori” della cronaca nazionale per i continui attentati all’ambiente, per il nepotismo, per le clientele che passano attraverso le famigerate ‘fritture di pesce’. E’ ora di dire basta: il voto del 4 marzo può e deve essere un modo per farlo.
Lei è medico cardiologo, come giudica la situazione Sanità in Italia e nella nostra regione?
E’ fortemente critica. Da sindaco di Santomenna, ho dovuto addirittura occupare con i cittadini il Distretto sanitario per ottenere la nomina del Medico di Medicina Generale in paese. Vogliono smantellare il nostro Servizio Sanitario Nazionale, uno dei più inclusivi al mondo, tant’è che ci restituisce il tasso di mortalità più basso. Il budget destinato ad esso, infatti, diminuisce del 2%, ed è già il 6,8 del PIL contro l’8,6 della Francia e il 9,4 della Germania. In Campania il quadro è davvero grave. Basti pensare che il governatore De Luca, troppo impegnato con nepotismo e scandali giudiziari familiari, non ha neppure pensato di nominar un assessore al ramo. I trasferimenti per le risorse sanitarie nazionali avvengono per classi demografiche, penalizzando una regione come la nostra, che è sì più giovane ma che ha, di contro, una prevalenza di patologie più alta. Se ci sono meno risorse , ci sono meno servizi per garantire cure pubbliche. Va da sé che la mortalità aumenti: in Campania, la patria della dieta mediterranea, si vive 3 anni in meno rispetto al Trentino. Tutto questo è assurdo ed inaccettabile.
Rilanciare e qualificare la spesa pubblica, per aumentare la spesa interna è un programma ambizioso, ma è fattibile: dove si trovano i soldi?
Mettendo mano a 120 miliardi di evasione fiscale, a 60 miliardi di corruzione: la Campania dimostra che sono frutto del cortocircuito dell’inciucio politico. Mettendo mano e tagliando i 25 miliardi di spese militari. Siamo 11° davanti Turchia, Israele, Iran (stati in guerra) con l’1,5 del PIL (più di Germania, Spagna, Canada). Quest’anno sono anche aumentata del 5% , ma la NATO pretende che sia si arrivi al 2%. Cose da pazzi: compriamo F35, il caccia bombardiere nucleare da 14 mld, invece che acquistare cadair, o riparare ospedali o scuole. Dicendo basta ai “regali” alle banche. Spostando la tassazione dalle persone alle cose possedute: rendite finanziare, grandi patrimoni, Tobin Tax.
Lei è candidato ad Senato nel collegio uninominale Campania 3 con una formazione nuova nel panorama politico. Cos’è Potere al Popolo e perchè votarlo?
E’ il primo tentativo di Democrazia radicale. Popolare e radicale, perché la formazione delle liste è stata partecipata dal basso: c’è stata una dialettica, non la democrazia dei click, ma assemblee territoriali vere, dove le tesi si sono confrontate tra persone in carne ed ossa, e non ci sono state investiture calate dall’alto o dalle segreterie dei partiti. I candidati sono stati scelti in base a un “curriculm sociale” e alle esperienze che potevano rappresentare , e non in base ai “pacchetti di voti.” Votare per Potere al Popolo significa restituire dignità alla politica che non è inciucio ma impegno.